L'errore archeologico di Canne
sull'Ofanto
E`
indubbio che l'Ofanto, ai tempi di Annibale, si
chiamasse "Aufidus"; sulla sua riva destra erano le località
attualmente denominate "Canne" (che G. Schmiedt identifica con lo
"scalo dei canosini" di Strabone), "Canosa" e
"Venosa".
E`
certo che esistevano, ed esistono, omonime di queste località (sugli
"omonimi", oltre le belle lezioni di Strabone, esistono le
precisazioni di Plinio, Tolomeo e quelle più tarde di Procopio).
E`
documentata l'esistenza di una tradizione, risalente agli inizi del VI secolo
d.C., che accredita lo svolgimento della battaglia di
Canne sulle rive dell'Ofanto (Procopio L. II,18).
E`
ugualmente indubbio che lungo la valle dell'Ofanto si sono succedute civiltà
che meritano di essere meglio conosciute e
valorizzate.
Secondo
l'opinione di quasi tutti gli studiosi, la famosa battaglia di Canne è avvenuta
il 2 agosto del 216 a.C. nella zona attualmente
delimitata dal triangolo Barletta-Canosa-San Ferdinando di Puglia.
Da
sempre questa opinione è stata ritenuta attendibile,
anche se non sicura, comunque quasi mai apertamente contrastata e smentita, mai
confermata da prove scientifiche o da riscontri oggettivi. La
si è accettata perché tutti o quasi tutti così hanno sempre detto,
creduto o fatto credere.
Questa
battaglia è ancora un richiamo forte, una suggestione unica per tutti, capace
di destare la curiosità della gente e la ricerca degli studiosi, soprattutto
degli storici, degli archeologi, degli esperti di arte
militare, perfino dei politici. L'investimento di interesse
è stato sempre notevole, in tutti i tempi, dai più antichi ai più recenti, da
noi e presso gli stranieri, unanimemente ritenuto uno dei più grandi avvenimenti
della storia del mondo. Né prima né dopo, infatti, si era verificata una strage
simile (forse 70.000 persone) in un solo giorno (anzi in poche ore) in
una battaglia campale, rimasta misteriosa e affascinante per il luogo dove si è svolta e per la data. E` più che
comprensibile, quindi, che tutto ciò che riguarda la battaglia di Canne desti
curiosità sia presso il lettore specializzato sia presso l'uomo della strada.
Parte di questo fascino e di questo interesse è dovuto
al fatto che, nonostante le numerose testimonianze storiche, nessuno è stato
mai pienamente convinto della esatta ubicazione del luogo della battaglia, ora
indicato a est ora a ovest dell'Ofanto, a volte più a nord o più a sud del suo
corso, a volte addirittura altrove e lontano. Canne è
sembrata una città misteriosa, vagante, introvabile.
Nell'anno
1938, il prof. Michele Gervasio, direttore del Museo di Bari, scopre un "grande sepolcreto" nell'attuale località di
Canne. La localizzazione del "luogo" di
svolgimento della battaglia di Canne ha in tal modo una svolta improvvisa,
poiché la notevole scoperta archeologica può risolvere il problema della
"pagina di storia contestata". Luogo, fiume e sponda possono infatti essere identificati facilmente, nei pressi del
sepolcreto, a Canne. Il Generale di Squadra Aerea Domenico
Ludovico, tra le sue pregevoli opere tecnico-militari scrive "La
Battaglia di Canne" (Libreria Orologio - Roma); dal 1954
diventa Presidente del "Comitato Pro-Canne". Competente di questioni
militari, può affermare che in tal modo si è posto termine alle incertezze
"del luogo" che è Canne, e "della
sponda" che è la destra del fiume Ofanto. Tutto sembra diventato chiaro
per la risoluzione del problema che da secoli assilla e divide moltissimi
studiosi italiani e stranieri che si sono dedicati alla localizzazione
della più celebre battaglia dell'antichità. Era la conferma che tutti
aspettavano, la prova definitiva della esatta
ubicazione del luogo della battaglia. Le forme vagamente umane di alcune coperture di tombe ricordavano i sarcofagi
antropoidi punici; gli scheletri circondati da alcuni crani facevano pensare a
guerrieri punici cui erano state aggiunte le teste dei soldati romani, a mò di
trofeo; i cadaveri raccolti nelle tombe dovevano essere dei Cartaginesi, mentre
le ossa tutto intorno alle tombe non potevano essere che dei Romani. Le
conclusioni erano o sembravano ovvie: le tombe di Canne erano quelle della
battaglia. E fu la certezza assoluta della identificazione
anche del luogo della battaglia, la fine di un incubo. Almeno così si credette.
I
giochi sembrarono fatti, ma non tutti ritennero la questione ormai chiusa, anzi
di lì a qualche anno Eleonora Bracco, Direttrice del Museo Archeologico di Matera, rese noto di aver scoperto in una zona di Matera
gruppi di tombe molto simili a quelle rinvenute a Canne, ma di sicura epoca
medioevale. Ciò fece sorgere tutta una serie di interrogativi
e fece riaprire l'interesse per la questione. La Sovrintendenza per le
Antichità per la Puglia, dal 1956, rifece una vasta campagna di scavi nella
zona di Canne e avviò a diversa soluzione tutta la complessa questione. La Ispettrice Fernanda Tiné Bertocchi che diresse i lavori
con impareggiabile maestria, arrivò a conclusioni definitive e sorprendenti, in
un certo senso, contrarie alle aspettative di tutti: le tombe di Canne non
erano del periodo annibalico (216-206 a.C.), ma di epoca medioevale (X sec.).
Tutto il sito archeologico di Canne riguardava in gran parte questo
ultimo periodo, anche se poggiava su un precedente e assai antico centro
apulo, che non aveva dato segni di vita dal III sec. a.C.. Tra gli scheletri
ritrovati c'erano anche quelli di bambini, donne e anziani, e ciò gettava più
di un'ombra di dubbio su una battaglia che doveva essere stata crudele si, ma
combattuta tra reclute, soldati in pieno vigore fisico, magari tra
cinquantenni, non tra vecchi di oltre sessant'anni. Per le coperture
"antropoidi", poi, esse erano comuni e abbastanza diffuse in tutto il medioevo, quindi non tipiche né esclusive della
civiltà punica. Per non dire che in alcune tombe furono trovati orecchini di
foggia bizantina, segni di croce (cristiana) greca e latina, monili del X sec. dopo Cristo.
Veniva
meno così tutta la documentazione-testimonianza e crollava tutta la fantasiosa
ipotesi di Canne. Le ricerche successive hanno trasformato le prove in continue
e dure smentite di questo incredibile errore
archeologico. Infatti non convinti e non contenti di
questo risultato furono mandate in Inghilterra alcune ossa ritrovate nelle
tombe di Canne per una loro esatta datazione.
Il
Bollettino del "National Phisical Laboratory Radiocarbon
Measurements" V 117 (del 1968) smentisce e senza appello l'appartenenza di
quelle ossa (quelle ritrovate e mandate all'analisi) al periodo della battaglia
di Canne e le colloca invece nel 985 dopo Cristo.
Nessun
commento può comunque valere più del testo:
testo
originale:
National Phisical Laboratory Radiocarbon Measurements V 117
D.
NPL-89. Canne S.M.I 965±95 A.D.
985
Human bones from skeleton in grave (41° 17' 40" N Lat, 16° 08'
38" E Long) about 1 m. deep covered by light stratum of earth, found at
Canne (Bari), Italy. Coll. 1964 by Gen. D. Ludovico and Dr.,
A. Martini, State Archaecologist Dept. of Taranto, and subm. by Gen. Ludovido. It was hoped that distinction could be
drawn between skeletons from battle of Canne (216 B.C.) and those of Middle Ages also found in same locality. Comment (Gen.
D.L.): sample must be from one of Middle Age skeletons known to exist in
locality, fewer than those of battle of Canne.
traduzione italiana:
Ossa umane da scheletro in
tomba profonda circa 1 metro coperta da un leggero
strato di terra, trovate a Canne (Bari), Italia. Raccolte dal Gen. D. Ludovico
e dal Dott. A. Martini, Sezione Archeologica di Stato di Taranto e convalidate
dal Gen. Ludovico. Si era sperato che si potesse tracciare una distinzione tra
gli scheletri della battaglia di Canne (216 a. C.) e quelli del Medio Evo
trovati anch'essi nella stessa località. Commento (Gen. D.L.): il campione deve
essere di uno degli scheletri del Medio Evo noti
esistere nella località, in numero inferiore di quelli della battaglia di
Canne.
L'età:
A.D. 985 (985 d.C.). Non ci sono dubbi! Ma ove ne sorgessero,
nella medesima pagina del Bollettino sono riportate, prima di Canne, altre tre
datazioni, la prima da Hill Fare, Kircandineshire (Scozia) risalente al 3130
avanti Cristo; la seconda da Coygan Camp, Carmarthenshire del 3050 a.C.; la
terza da Clarach Beach, Cardiganshire (ancora nel Galles come la precedente)
risalente al 4020 a. C. Quarta ed ultima, ma, del 985 dopo Cristo,
quella di Canne. Se teniamo conto dell'altra data 965+
o -95, si arriva con 965 + 95 = 1060 dopo Cristo, ed è ovvio il confronto con
gli anni 1018 (vittoria dei Bizantini) e 1083 (vittoria di Roberto il
Guiscardo).
In
realtà, si ritorna al punto di partenza, con qualche difficile problema in più
da risolvere per il precedente riconoscimento già conferito a Canne della
Battaglia e la creazione di un monumento, di una stazione ferroviaria,
ecc., nonché delle celebrazioni che annualmente, il 2
agosto, qui ricordano la grande battaglia.
Dov'è la
"verità" storica?