GLI INDIZI DELLE FONTI LETTERARIE E
STORICHE
La rocca di Canne
Polibio III, 107: I due eserciti rimasero accampati l'uno di fronte all'altro per
tutto l'inverno e la primavera seguente: già la buona stagione permetteva di
vettovagliarsi con i prodotti dell'annata, quando Annibale mosse con le sue
truppe dal campo presso Gerunio. Giudicando vantaggioso
costringere i nemici a combattere a ogni costo, si
impadronì della rocca
della città di nome Canne. In questa i Romani avevano raccolto il grano e gli altri
vettovagliamenti dal territorio di Canusio, e da qui
li portavano nell'accampamento di mano in mano che se ne presentava il bisogno.
La città veramente era già stata distrutta in
precedenza (1), ma la conquista da parte dei
Cartaginesi della rocca e delle vettovaglie produsse fra i
Romani non piccolo turbamento: in seguito a quella occupazione, essi si
trovarono in difficoltà non solo per i rifornimenti, ma anche perché la rocca di Canne si trovava in posizione
vantaggiosa rispetto a tutto il territorio circostante.
(1)
Secondo la versione inglese
Polybius, The
Histories of Polybius, 2 Vols.,
trans. Evelyn S. Shuckburgh (London: Macmillan,
1889),
la rocca di Canne era già stata distrutta l’ANNO PRIMA (YEAR BEFORE) in occasione del primo
passaggio di Annibale nell’Apulia. Nella versione italiana il tempo da
determinato (l’anno
prima)
diventa indeterminato (in precedenza). E’ il segno tangibile della tendenza dei traduttori a
ritoccare i testi storici con la pessima abitudine di sostituire i nomi propri
delle fonti con quelli delle località odierne (Afidus=Ofanto,
Cannae=Canne, ecc.).
Tito Livio XXII, XLIII: ... onde per quasi unanime deliberazione partirono,
incalzati dal Fato, a rendere famosa Canne
per la sconfitta romana. Presso questo borgo
aveva Annibale posto il campo, ...
Appiano VII,XVII: I Romani....cavarono in tanto
dispetto quattr'altre legioni da Roma contro di
Annibale, intimando da ogni parte le truppe degli alleati per la Puglia.
Elessero poi i consoli Emilio Paolo per la fama sua militare avendo fatta la
guerra contro gl'Illirj, e
Terenzio Varrone pel favore del popolo.........Or questi ricevuta la milizia la
quale era nella Puglia, avendo in tutto settantamila a piede, e sei mila a
cavallo, misero il campo intorno di un villaggio Canne denominato; ed Annibale il campo suo pose a dirimpetto di essi.
Appiano VII,XXIV: ....altri (ed eran due mila) direttisi al villaggio di Canne,....
Silio Italico VIII,622: Appena giunsero a
Canne, ai resti dell'antica città, piantarono sugli sciagurati valli le infauste insegne.
Tito Livio XXII, XLIX: Allora fù una fuga generale e sfrenata.
Sette mila uomini ripararono nel campo minore, dieci nel
maggiore, due circa nel
vicino borgo di Canne, ma questi, non essendo il borgo punto fortificato, furono
subito accerchiati dai cavalieri di Cartalone.
Canne è una città, un villaggio, un'antica città o un borgo che si
identifica morfologicamente in una rocca che occupa una posizione geografica
favorevole rispetto a tutto il territorio circostante. La rocca è situata
vicino al luogo della battaglia e circa duemila romani vi si rifugiarono
nel giorno della battaglia ma furono subito accerchiati dai cavalieri di Cartalone. Evidentemente per essere utilizzata come rifugio dai Romani la rocca non solo è posseduta dai Romani
ma deve trovarsi su un percorso che non interseca sia il luogo della battaglia
sia il campo cartaginese, per cui è logico dedurre che la rocca è situata nella
parte posta a Nord di tali luoghi. Del resto risulta
molto chiaro dal testo di Livio che anche le altre due vie di fuga dei Romani
(settemila ripararono nel campo minore,
diecimila nel campo
maggiore) sono rappresentate
dai due campi romani, posti entrambi a Nord del luogo della battaglia.
La
rocca è per sua natura un'entità morfologica molto netta: è una cima isolata di
un monte dotato di pareti a forte pendenza e recante alla sua sommità una breve
spianata. Quando la cima risulta fortificata da mura o
da palizzate allora la cima è definita una roccaforte. Per quanto asserito da
Livio ("non
essendo il borgo punto fortificato") la rocca di Canne non risulta essere una roccaforte, ma
soltanto una rocca la cui capacità di difesa era affidata esclusivamente alla
forte pendenza delle sue pareti.
La
definizione di rocca comporta automaticamente la sua appartenenza alla linea
spartiacque o displuviale che separa due bacini
idrografici, ossia la linea che separa lo scolo delle acque di pioggia. Ciò
significa che una rocca è rilevabile facilmente dal profilo (proiezione della
sezione verticale) effettuato lungo la linea
spartiacque. Il problema dell'ubicazione di una rocca si semplifica
notevolmente perché la ricerca può essere effettuata
soltanto su tali linee anziché sull'intero piano di appartenenza. In sostanza,
una volta delimitata la regione di appartenenza di una
rocca, anche in maniera grossolana e per eccesso, è sufficiente esaminare tutti
i profili delle linee spartiacque della regione di appartenenza. Su questi
profili si possono poi individuare le cime isolate e in funzione della pendenza
delle pareti stabilire quelle che possono essere definite rocche. Il
procedimento di ricerca delle cime isolate può essere effettuato
in maniera ancora più semplice se si dispone di una carta a curve di livello.
In questo caso basta isolare le zone che abbiano curve
di livello chiuse.
Abbiamo
già visto nella pagina dedicata alla definizione di “ROCCA” che una rocca deve
necessariamente rispettare una delle seguenti forme geometriche, che derivano
esclusivamente dalla definizione stessa di rocca:
1) le
forme elementari di un tronco di cono o di una piramide a base poligonale, nei casi ideali:
2) una composizione
variamente assortita delle forme elementari o forme complesse, nei casi reali:
Pertanto,
esaminiamo adesso la zona vicina al luogo della battaglia identificato
nell’attuale località dell’Ischia Rotonda ed evidenziamo sulla mappa
dell’I.G.M. tutte le cime isolate suddividendole in ordine delle altezze
possedute rispetto all’are circostante. Si ottiene la
seguente figura:
1 – Accampamento maggiore romano
sulla riva sinistra (Piano
Iscarami)
2 – Accampamento minore romano
sulla riva destra (Pezza
della Corte e Pezza del Mulino)
4 – La piana della battaglia di
Canne (Ischia
Rotonda)
5 – Guado sul fiume Fortore
A – Rocca di Monte San
Giovanni (Comune di Carlantino)
B – Rocca di Ciaferrone (Comune di Macchia Valfortore)
C – Rocca di Defensola (Comune di Macchia Valfortore)
Si individuano così soltanti n. 3 rocche situate a Nord del Luogo della battaglia
i cui dati caratteristici sono riassunti nel seguente prospetto:
Rocca |
Altitudine max [m. s.l.m.] |
Altezza min. su area circostante |
Area Km2 |
A – Monte San Giovanni |
640 |
90 |
0,3994 |
B - Ciaferrone |
312 |
12 |
0,0252 |
C - Defensola |
253 |
25 |
0,0484 |
Si nota immediatamente che
le rocche B e C sono troppo piccole in estensione e poco
alte (appena 12 e 25 m.) e con pareti a debole pendenza, quindi facilmente
accessibili, mentre la rocca A
di Monte San Giovanni è l’unica che possiede i requisiti indicati dalle fonti.
Sull’ellissoide
internazionale orientato a Greenwich la rocca di Canne, coincidente con
l’attuale Monte San Giovanni nel Comune di Carlantino (FG), possiede le
seguenti coordinate geografiche:
Latitudine
Nord: 41° 36’ 06,914”
Longitudine
Est: 14° 58’ 30,035”
Con queste coordinate il
problema topografico dell’ubicazione della rocca di Canne può considerarsi concluso.
La visione diretta della
rocca di Monte San Giovanni è ancora più convincente, infatti
basta guardare le fotografie seguenti:
Vista Ovest |
Vista Sud-Ovest |
Vista Sud |
Vista Sud-Est |
Vista Nord-Est |
Il pianoro di Monte San Giovanni
è stato accuratamente ispezionato nell’ultimo decennio ed ha restituito
numerosi reperti archeologici, oggi conservati e visibili nel deposito
archeologico del Comune di Carlantino. I reperti archeologici rinvenuti e le
evidenze in situ attestano la presenza di un centro abitato di
epoca romana (maggiormente per l’età repubblicana IV-I sec. a.C.) e uno
di epoca medievale (VII-XIV sec. d.C.) identificato nel Casale di San Giovanni
Maggiore. I reperti più significativi sono
rappresentati da una collezione di circa 300 monete e da un numero notevole di
ghiande di piombo. Queste ultime rappresentano la prova più evidente
dell’attacco della rocca da parte dei Cartaginesi: la prima volta l’anno prima
(217 a.C.) quando Annibale arriva in Apulia, la seconda volta quando Annibale
distrugge la rocca di Canne per costringere i Romani a combattere e la terza
volta per catturare i duemila Romani rifugiatosi a Canne nel giorno della
battaglia.
SILIO ITALICO – LE PUNICHE - LIBRO I,314
Hic cerebram fundit
Baliari verbere glandem terque levi
ducta circum caput altus habena permissum
ventis abscondit in aere telum hic valido librat stridentia saxa lacerto huic impulsa levi torquetur lancea nodo.
Questi
roteando la fionda spagnuola lancia infinite ghiande
di piombo; gira tre volte sul capo la cedevole corda e così con il favore dei
venti manda per l'aria il piombo. Altri con il braccio poderoso respinge sassi che fischiano in aria, o scaraventa lance
possenti unite fra loro da lievi legami.
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Le
ghiande di piombo rinvenute su Monte San Giovanni |
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Un
ringraziamento particolare al Dott. Francesco Paolo
Maulucci della Sovrintendenza Archeologica di Foggia che ha reso possibile la costituzione
del deposito archeologico comunale di Carlantino.
Chiedo
scusa a tutti quei lettori che hanno seguito questa mia ricerca per aver
abusato della loro pazienza e attenzione, ma spero di essere stato utile alla
soluzione di questo annoso problema.
Grazie a tutti.
Ing. Giuseppe De Marco